mag, 2018
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Orario
(Venerdì) 08:30 - 17:30
Luogo
Centro Congressi Villa Ottoboni
Via Padre E. Ramin, 1, 35136 Padova PD
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Da una recente indagine, relativa alla popolazione dell’Alta Padovana, emerge che, negli ultimi 5 anni, i pazienti dimessi con diagnosi di malattia cardiovascolare (CVD) associata a diabete mellito (DM) sono
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Da una recente indagine, relativa alla popolazione dell’Alta Padovana, emerge che, negli ultimi 5 anni, i pazienti dimessi con diagnosi di malattia cardiovascolare (CVD) associata a diabete mellito (DM) sono stati 1.480, pari allo 0.57% della popolazione residente, il che corrisponde, a livello regionale, a circa 5.500 ricoveri/anno.
Il 30% dei dimessi ha tra i 50 e i 70 anni. Oltre il 40% dei ricoverati per CVD e DM viene dimesso dai reparti di Medicina Generale e Geriatria, il 35% dai reparti di Cardiologia e Cardiochirurgia.
Gli studi di sicurezza cardiovascolare (CVOTs) imposti dagli organi regolatori internazionali ai farmaci di nuova immissione in commercio negli ultimi 10 anni, hanno confermato la non-inferiorità rispetto a placebo della maggior parte delle molecole introdotte per la terapia del diabete, ma in taluni casi (GLP-1RA e SGLT-2i) hanno evidenziato una riduzione della mortalità cardiovascolare in prevenzione secondaria.
La Position Statement della SID “Farmaci ipoglicemizzanti, malattie cardiovascolari e renali”, alla luce dei risultati dei CVOTs, pone l’accento sulla necessaria revisione dei criteri di rimborsabilità di tali classi di farmaci, per consentire il loro impiego, anche in presenza di buon controllo glicemico con la terapia in corso, in pazienti con pregressa malattia cardiovascolare.
Anche se pare prematuro considerare che i benefici raggiunti con questi farmaci possano essere estesi ai pazienti in prevenzione primaria, gli studi sui possibili meccanismi protettivi coinvolti e studi osservazionali in real-world mettono in evidenza come l’impiego di alcune molecole nella terapia del DM2 apra interessanti prospettive di una possibile riduzione del rischio CV anche in questi casi.
In conclusione, si rende necessario condividere con i professionisti dedicati alla diagnosi e cura delle CVD (diabetologi, cardiologi, neurologi, angiologi, internisti e geriatri) percorsi e algoritmi terapeutici per la gestione dei pazienti con DM2 in prevenzione secondaria; organizzare e coordinare l’assistenza cardio-metabolica ospedaliera e territoriale in Dipartimenti funzionali trasversali che permettano una diagnosi precoce del DM ed una efficace prevenzione primaria; informare i medici di medicina generale dei nuovi algoritmi terapeutici in prevenzione cardiovascolare.
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